Neonati in montagna

Neonati in montagna: non solo si può, ma è anche bellissimo!

Resoconto del nostro primo viaggio in quattro con neonati in montagna, urlanti e tetta dipendenti!
 
C’è davvero poco da fare. Io di vacanze in montagna ne ho bisogno come l’ossigeno. Passeggiare nei boschi dell'Alpe Cimbra, respirare il profumo del muschio, togliere i guanti e sentire la resina tra i polpastrelli.
Avete mai camminato tra gli abeti in pieno inverno? E’ una sensazione meravigliosa, soprattutto nelle giornate di sole quando il calore filtra tra i rami e riscalda le guance arrossate dall’aria pungente. Sembra di camminare in un libro di fiabe: i rami ricurvi sotto il peso della neve, lo scintillio del bianco illuminato dal sole e il silenzio interrotto solo dallo scricchiolio sotto i piedi. E la cosa che amo di più delle vacanze in montagna è che i miei bimbi queste sensazioni le vivono e le condividono con me. Gioiosi all’inseguimento di leprotti, volpi e cerbiatti sulla neve.

Che a Carnevale saremmo andati sulla neve l’avevo promesso ai tifosi quando ancora con il pancione scalpitavo per muoverci da Milano. Che avrei anche sciato ci speravo tanto, ma al botteghino sapevo che le puntate erano al ribasso e che tutto sarebbe dipeso da quando il Micro Rospo avrebbe deciso di saltar fuori dal suo stagno per conoscere il resto della ciurma… e soprattutto da come sarebbero andate le settimane successive al suo ingresso in famiglia: tetta fuori, tetta dentro, notti in bianco, pannolini, ninne-nanne e giri di valzer al chiaro di luna tra soggiorno, cameretta e camerona!!

Di partire lo volevo fortemente, ma lo desideravamo tutti e tre. Rospo ed io con l’incentivo maggiore di mantenere la promessa fatta al fratellone riguardo ad una sciata tutti insieme appena la mia pancia si sarebbe sgonfiata. Così, nonostante rogne di ogni tipo a casa, e contro virus, germi e batteri, carichiamo la macchina con i due seggiolini e partiamo per la nostra prima avventura a quattro. E poi c’è un altro motivo per festeggiare: la prima candelina del Micro Rospo, che vista la stazza proprio micro non è!

Un complemese sulla neve come avevamo tanto desiderato.
 
In un’altalena di ormoni in viaggio si canta, si chiacchiera, e soprattutto – io ehh – si piange per l’emozione di sentirsi nuovamente liberi di andare nella natura che tanto mancava, accompagnata da una banda di ometti tutti uguali. Lui, il nuovo passeggero, se la ronfa beato per tutto il tempo dandoci l’illusione (che dura giusto il tempo del viaggio di andata) che i bimbi in macchina dormano sempre! Andrà diversamente il ritorno a Milano, dove nonostante pit stop tetta-pannolino, non si riescono a placare gli strilli neppure con il ciuccio e le prime lamentele di quello grande che gli è seduto accanto che fa giustamente notare “Mamma, mi fa venire mal di testa!” Alla faccia della #fratellitudine 🙂

Complici giornate di sole pieno e dolci nevicate, la mini-vacanzina scivola veloce in un alternarsi di chi accompagna Federico sulle piste e chi intrattiene il piccoletto di casa. Il risultato – nonostante l’incipit iniziale a suon di tecnici del gas, della luce e fermenti lattici vari – è ampiamente positivo e da ripetere prestissimo! Vedere i nostri bimbi sulla neve ci ha ripagato da ogni titubanza riguardo al portare neonati in montagna: uno che si butta sulle piste sprezzante di ogni pericolo e l’altro – che non sopporta stare chiuso in casa – che incurante del freddo, come messe le ruote del passeggino sulla neve sorride a più non posso!

Neonati in montagna info utili per divertirsi sulla neve

​Se avete avuto un bimbo da poco e avete voglia di una vacanza sulla neve, ecco qualche dritta che vi potrà tornare utile per partire … e sentirvi meno genitori degeneri! 🙂

La condizione principale prima di partire con un neonato è che il vostro bebè stia bene, abbiate consultato il vostro pediatra e che voi vi sentiate tranquilli. Non c’è nulla di peggio che muoversi da casa con la paura o con l’ansia che possa succedere qualcosa. Fondamentale ricordarsi che anche così piccoli, i nostri bimbi assorbono come delle spugne i nostri stati d’animo, per cui se ci sentiranno tesi e nervosi, di conseguenza lo saranno anche loro. Quindi mettetevi al volante SOLO se ne siete veramente convinti!
 
Montagna e altitudine per una vacanza con neonati in montagna

Fino ai 1.500 metri non ci sono rischi per la salute del neonato, anche con le temperature invernali. L’importante è lasciare che il piccolo si abitui al cambio di ambiente e clima. Viaggiando con un piccolissimo sarete comunque forzati a fare delle pause per l’allattamento o il cambio di pannolino. Vivete questi momenti con serenità e non contate le ore che vi mancano a destinazione. Sarà normale che i tempi degli spostamenti si dilatino rispetto a quelli cui siete abituati, ma vi assicuro che è meglio fare una sosta in più (e impiegarci mezz’ora in più), piuttosto che guidare con un micro nano urlante che sembra quasi strozzarsi da quanto strilla!
Queste pause vi serviranno anche per abituare dolcemente il bimbo al cambio di altitudine. Per evitare che il piccolo soffra di mal d’orecchi in auto, appena iniziate a salire di quota offrite loro il succhietto. La suzione li aiuterà infatti a non avere le “orecchie tappate” e a non avere dolore.

Se poi avete già trascorso diverso tempo in montagna (almeno 15 giorni) e il cucciolo è in forma, potete provare a salire anche sopra i 1.500 metri, ricordandovi di fare sempre delle soste e salire gradualmente: via libera quindi a delle passeggiate con il bebè in fascia o nel marsupio dove il piccolino ha modo di abituarsi piano-piano, mentre proibito l’accesso alle funivie che portano in pochi minuti in cima alle vette senza quindi dar modo a loro di ossigenarsi un po’ per volta.

Resta inteso che se scegliete una vacanza in montagna per il solo tempo di un weekend, il piccolo non avrà modo di abituarsi al cambio di ambiente e dovrete quindi rimanere ad un’altitudine costante e sotto i 1.500 metri.

L’abbigliamento per neonati in montagna

Anche se i neonati possono essere sottoposti ad un maggior rischio di ipotermia, non abbiate paura del freddo, ma portate invece con voi equipaggiamento adatto. Una buona tuta termica dotata di cappuccio, guantini e copri piedini li manterrà al caldo, senza farli sudare eccessivamente. Vestiteli a cipolla e fate attenzione a spogliarli quando entrate nei luoghi chiusi come bar, rifugi o malghe dove solitamente la temperatura è molto più alta rispetto all’esterno, così da evitare che sudino e si ammalino. Per questo genere di ambienti, i piccolissimi devono essere vestiti come in città: body, calzine e tutina di ciniglia o di cotone qualora la temperatura del locale sia molto alta. Portate con voi una copertina, necessaria per avvolgerli negli spostamenti veloci (ad esempio se parcheggiate accanto alla porta dell’hotel non ha senso mettergli il tutone), quando tira molto vento o per coprirli in caso di pisolino mentre siete a pranzo fuori.
 
Dove andare con i neonati in montagna

Una risposta su tutte: Alpe Cimbra!! Noi di posti ne abbiamo girati, ma una montagna così a misura di piccolissimi ancora non l’avevamo trovata!! L’Alpe Cimbra è quella località del Trentino dove puoi mettere lo sci sotto il passeggino e ciaspolare perfino con un nanerottolo di un paio di mesi, hai servizi nei rifugi a prova di bebè con tanto di micro asilo in quota e trovi ovunque strutture con fasciatoi per il cambio. Davvero un’eccellenza delle nostre montagne!

Gli indispensabili da mettere in valigia per una vacanza con neonati in montagna


Se è la prima vacanza con un bimbo nuovo di zecca, è fin troppo facile farsi prendere dalla frenesia di caricare la macchina peggio di un trasloco. Se allattate vi serviranno davvero poche cose, oltre ai cambi d’abito e un pacco di pannolini. Se invece dovete portare con voi il latte artificiale, risparmiate lo spazio dello sterilizzatore facendo bollire biberon e tettarella in un classico bollitore (la kettle che si trova nelle camere degli hotel) o in alternativa chiedete in albergo di aiutarvi con il vapore della macchinetta del caffè del bar.

Ecco la nostra lista:

Body, calzine e tutine di ciniglia e cotone (portate almeno due cambi completi in più rispetto ai giorni di permanenza); asciugamano o telo usa e getta per appoggiarlo durante i cambi pannolino quando non siete in stanza; pacco di pannolini della marca e modello che usate a casa così da non incappare in arrossamenti. Contate in media quanti ne usate a casa al giorno e aggiungetene un paio di scorta per ogni giorno.; mini kit per il cambio pannolino (prendete i flaconcini da 100ml che si utilizzano per i viaggi in aereo e riempiteli con i vostri prodotti preferiti, così che anche il bagnetto o il cambio in montagna sia con gli stessi saponi e olio massaggio a cui la pelle del bimbo è abituato); cappellino, io vi consiglio quelli di pile, entrambi i miei bimbi non sopportano quelli di lana; crema protettiva per il viso per evitare che con l’aria secca la loro delicatissima pelle si arrossi o screpoli; fisiologica e kit per aspirare il nasino per tenere pulite vie respiratorie e condotti lacrimali che sempre a causa dell’aria secca (sia degli ambienti chiusi che di quelli esterni) possano dar fastidio ai più piccoli; numero di telefono del pediatra di riferimento delle destinazione prescelta per le vacanze (informatevi prima di partire, così da non dover googolare qualcosa con ansia, fretta e poca connessione in caso di bisogno); tiralatte e biberon per lasciare qualche ora il pupetto al papà e dedicarvi a voi stesse o ai fratelli maggiori.
 
Ricordatevi poi di portare un paio di maglie di scorta per voi (indispensabili in caso di rigurgito improvviso sulla spalla :D), fiducia in voi stesse e un’infinita voglia di divertirvi… vedrete che persino le vacanze con i neonati in montagna non faranno più paura… Promesso!

Leggi l'articolo:I Viaggi dei Rospi

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