Biografia

Amabile Lucia Visintainer nacque a Vigolo Vattaro, allora parte della Contea del Tirolo, il 16 dicembre 1865, secondogenita dei 14 figli di Antonio Napoleone Visintainer e Anna Domenica Pianezzer. A seguito della crisi economica che affliggeva il Trentino,il padre nel 1875 emigrò in Brasile con i suoi figli, i suoceri e molti altri trentini, nello Stato di Santa Catarina, dove con altri capifamiglia fondò il paese di Vigolo, nell'attuale comune di Nova Trento. Qui Amabile, all'età di 14 anni, insieme all'amica Virginia Nicolodi, figlia del socio del padre per la macinazione del granoturco in un mulino, cominciò ad occuparsi dell'assistenza ai malati, della catechesi ai fanciulli e della manutenzione della chiesetta di San Giorgio. Nel 1888 vi fu un cambio nel clero di Nova Trento; padre Servanzi fu sostituito da padre Marcelle, che confermò le giovani amiche nel loro apostolato.[1]Il 12 luglio 1890, con l'amica, accolse e assistette Angela Viviani, che era gravemente malata di cancro. Nacque così nell'ospedaletto di san Vigilio il primo germoglio della nuova congregazione delle Piccole Suore dell'Immacolata Concezione, approvata dal vescovo locale, il padre gesuita Luigi Rossi, che il 25 agosto 1895 diede l'abito religioso alle tre prime suore; con la professione religiosa Amabile prese il nome di Suor Paolina del Cuore Agonizzante di Gesù, mentre Virginia divenne Suor Matilde dell'Immacolata Concezione. Per far sì che la piccola comunità sopravvivesse, suor Paolina fece nascere una piccola industria della seta.[1]Nel 1903 divenne superiora generale delle prime due comunità e si trasferì a San Paolo del Brasile dove, eletta superiora generale a vita, guidò la Congregazione con semplicità e saggezza, organizzando scuole, ospedali, laboratori, educandati e dedicandosi totalmente ai poveri. Mostrò eroica obbedienza e umiltà quando nel 1909 fu invitata dall'arcivescovo Mons. Duarte Leopoldo e Silva a lasciare la guida della Congregazione e a trasferirsi a Bragança Paulista. Richiamata a San Paolo nel 1918, continuò nella casa madre una vita di umiltà e di preghiera come semplice suora. Papa Pio XI concesse nel 1933 all'istituto il "decreto di lode", ricordando Suor Paolina come "Veneranda Madre Fondatrice". Negli ultimi anni di vita sopportò con serenità la sofferenza causata dal diabete; oltre a ciò, una ferita a un dito della mano destra andò in gangrena e si dovette amputare dapprima il dito e in seguito il braccio.[1] Prima di morire totalmente cieca, il 9 luglio 1942, ebbe la gioia di vedere approvata dalla Santa Sede la Congregazione nel 1933 e di celebrarne il 50° di fondazione nel 1940.
 
 
 
 
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